31 Mag 2013
Inviato da Clara Salpietro 
Il 3 giugno, presso il Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), a Roma, su iniziativa dell’Osservatorio Geopolitico Medio Orientale, si terrà un convegno di spessore istituzionale sulle tematiche geopolitiche inerenti l’attuale situazione di sicurezza nell’area mediorientale, in particolare in Libano, focalizzando l’attenzione sulla Missione UNIFIL.
Il convegno ha come titolo “Il Medio Oriente, le nuove frontiere e i rischi di un conflitto più esteso – La “guerra santa” in Siria parte dal Libano – Il Paese dei Cedri come laboratorio dei futuri equilibri regionali”.
La comunità internazionale si aspetta che la caduta del regime di Basshar al-Asad avvenga da un momento all’altro. Il conflitto in Siria ha già contagiato, indirettamente o meno, i Paesi vicini, in particolare il Libano.
Sin dall’inizio della guerra civile siriana, ha avuto luogo un’escalation di tensione fra i gruppi favorevoli al regime di Damasco e quelli a esso ostili, in particolare nella città settentrionale di Tripoli.
Da una parte Hezbollah, che oramai guida le operazioni sul territorio siriano a supporto delle forze di Al-Asad, dall’altra i sunniti di orientamento salafita, chiamati a partire per la jihad in Siria da due fatwa recentemente emesse dagli Ulema salafiti libanesi. Dopo trent’anni, e per la prima volta, i libanesi si combattono fra loro su un territorio straniero: la Siria.
A margine di questo scenario, prosegue la missione UNIFIL, presente sul territorio dal 1978 e che mira a garantire la sicurezza della popolazione e la stabilità locale.
La complessità di questa situazione, a cui si aggiunge l’emergenza profughi in Libano e il conflitto interconfessionale, ha spinto l’Osservatorio Geopolitico Medio Orientale (OGMO), da sempre attento a monitorare e analizzare questi fenomeni, a organizzare un convegno di natura istituzionale e scientifica, con l’obiettivo di decodificare gli eventi e fornire chiavi di lettura alternative.
