Arrivano da tutta Italia, confluiscono a piazza della Repubblica e da lì si muovono in corteo verso San Giovanni. Sono gli indignati che da questa mattina hanno invaso Roma e in particolare le viene del centro.
Tutte le strade interessate dal corteo sono chiuse al traffico fino al passaggio della manifestazione. Per questioni di sicurezza è stata disposta la chiusura delle stazioni della metropolitana Barberini (metro A), Spagna (metro A), Cavour (metro B) e Colosseo (metro B) dalle 12 al termine del servizio della giornata (ore 1.30 ultima partenza).
La città è blindata e in campo ci sono più di 2000 uomini delle forze dell’ordine e 500 i vigili urbani in servizio, posizionati soprattutto nei punti nevralgici della città, un cordone di sicurezza è stato predisposto intorno ai Palazzi del potere.
L’Atac ha deviato 39 linee di bus. Chiusi a turisti e visitatori i siti archeologici centrali come Colosseo, Fori Imperiali, Foro Romano, Mercati Traianei e Colle Oppio. Già di buon mattino si sono alzati in volo due elicotteri della polizia.
Gli indignati inneggiano alla “Rivoluzione”, “Quando l’ingiustizia diventa legge, la Resistenza è un dovere”, “Basta sindacati e partiti”, “Noi la crisi non la paghiamo”, “Indignato per questo mondo speculato”, “Cambiamo l’Europa e cambiamo l’Italia”.
In piazza c’è Rifondazione Comunista, Sel, No-Tav, Cobas, Acqua pubblica, No Ponte, Centri sociali, black-bloc, rappresentanti degli stabilimenti Fiat che stanno per chiudere, il Comitato 3.32 dell’Aquila, Popolo Viola, gruppi studenteschi anti Gelmini, ed anche bandiere della Pace, del Che e di Autonomia Contropotere.
Alcune bandiere dell’Italia e dell’Europa sono state bruciate.
Eccoli uomini, donne, bambini, disoccupati, inoccupati, precari, operai, incazzati, anarchici.
Poco prima dell’inizio del corteo a via Nazionale un gruppetto di giovani, che sta acquistando della frutta presso un chiosco, discute su come muoversi ed afferma: “Dobbiamo stare avanti durante il corteo e poi dovremmo puntare verso Montecitorio, quello è l’obiettivo”.
Tra la folla anche ragazzi vestiti di nero, con i cappucci e il volto coperto da sciarpe. E già si contano i primi danni a via Cavour, dove è stata sfondata la vetrina di una banca, un supermercato distrutto e saccheggiato, una macchina data alle fiamme, distrutto un distributore di benzina e una filiale delle Poste Italiane.
Tra i manifestanti che hanno compiuto atti di teppismo, ci sono anche un uomo con un bambino di circa 10 anni che ha il volto travisato con una kefiah.
Le fiamme delle auto che bruciano hanno lambito un palazzo e si teme che alcune auto in sosta lì vicino possano esplodere.
È uno scenario di guerra e non una manifestazione contro la finanza. La Capitale a ferro e fuoco.
Roma e gli indignati: un giorno di ordinaria follia!