(di Roberto Falaschi) – In questi giorni i mass media ricorrendo il 27 gennaio, la “Giornata della Memoria”, ci hanno abbondantemente raccontato della Shoah in tutti i suoi aspetti raccapriccianti. E’ un accadimento atroce, che seppur documentato con filmati e prove concrete, oltre che con racconti di sopravvissuti, ormai sempre più spesso viene rinnegato quale montatura ebraica.
Tale non condivisibile posizione si può ben comprendere da parte di fanatici islamisti che in ogni ebreo vedono una persona da uccidere ed in Israele il “male assoluto” da eliminare fisicamente. Però ben difficilmente si comprende la posizione di molti “intellettuali” e partiti europei che, pur dichiarandosi democratici ed esecrando quanto compiuto dal nazismo (Partito Nazional-Socialista dei Lavoratori Tedeschi), non perdono occasione per attaccare Israele ed allo stesso tempo giustamente esecrare le leggi razziali italiane. Esse hanno una origine che non deriva dall’essenza stessa del fascismo che fino alla loro emanazione ebbe ottimi rapporti con la comunità ebraica che, tra l’altro, contribuì all’ascesa del P.N.F.
A questo riguardo sembra giusto sottolineare un accordo tra il governo italiano e la comunità ebraica italiana del quale non è mai fatta menzione e del quale sono venuto a conoscenza casualmente lo scorso anno. Nel 1930, l’anno successivo al Concordato con la Chiesa Cattolica, fu siglato un accordo tra lo Stato Italiano e la Comunità Ebraica Italiana dando quindi agli ebrei quel riconoscimento giuridico che prima mai avevano avuto. Essi riconobbero pubblicamente che la legge italiana era la più favorevole esistente a loro favore.
Non è un breve articolo il luogo per disquisire sulle cause che portarono all’emanazioni delle “leggi razziali” in Italia, ma è sicuramente un argomento di interesse esaminarne le cause, soprattutto da parte di vari Paesi europei.
Sembra anche interessante sottolineare come nella persecuzione anti ebraica si parli sempre quasi solamente dei nazisti e fascisti omettendo quanto avvenuto nel secolo passato in termini di discriminazione e persecuzione contro gli ebrei da altri Stati.
E’ anche impressionante notare come i politici occidentali siano così pavidi da criticare giustamente la Shoah evitando però accuratamente di indispettire chi oggi con la scusa della religione conduce in Europa una propaganda virulenta ed azioni violente contro le comunità ebraiche. Il risultato concreto è che molti ebrei abbandonano taluni Paesi europei per trasferirsi in Israele, evidentemente considerato più sicuro malgrado la prossimità di vicini attivamente ostili. Ad esempio, secondo previsioni israeliane, dalla Francia entro i prossimi dieci anni dovrebbero emigrare circa 120.000 ebrei. Oltre ai piani umano e sociale, di per se assai gravi, questo esodo arrecherà un notevole danno al paese trattandosi della perdita di cittadini ben istruiti e laboriosi.
La Shoah fu un orrendo episodio che si vuole esorcizzare a parole, ma in termini fattuali non avviene granché perché non si ripeta. Sarebbe bene che le classi politiche occidentali si adoperassero per proteggere per cominciare nei loro paesi i discriminati, perché il tollerare di fatto certi comportamenti per pavidità farà sì che anche questi politici verranno un giorno “discriminati” dagli stessi che attualmente attaccano verbalmente con la propaganda e fisicamente con le aggressioni gli ebrei. E dopo gli ebrei sarà il turno dei cristiani e degli agnostici.
Sarebbe opportuno che la dirigenza occidentale cominciasse a non solo ricordare con vane parole le persecuzioni anti ebraiche, ma anche ad adottare i provvedimenti del caso tenendo ben presente che chi perseguita perseguiterà sempre chi non è “esattamente uguale”.
La laicità dello stato non deve intendersi come indifferenza verso le questioni religiose se queste influiscono nella ordinata convivenza civile, cioè nell’ordine pubblico. E’ indubbiamente compito dello stato laico prendere i provvedimenti preventivi a tutela della civile convivenza tra i cittadini. Non adottarli porta i cittadini, come la storia insegna e come si nota in Europa, a votare per regimi forti.
I nonni ed i padri degli attuali predicatori islamici e di vari politici di credo musulmano durante il II Conflitto Mondiale mantennero stretti rapporti con la Germania predicando l’arruolamento in quelle FF.AA. L’ideologia di allora è immutata.
Una parola infine per tutti quei cristiani che attualmente vengono perseguitati nel mondo e sempre più spesso barbaramente trucidati. Perché li si ignora? Quale vigliaccheria entra in funzione, o quali interessi sono in gioco?
In conclusione l’islam non è solamente una religione praticamente e moralmente equivalente al giudeo-cristianesimo, ma una che per definizione ha come scopo l’aggressione verso le altre al fine di sottometterle e convertire i loro credenti. Le prime vittime di questo atteggiamento che dura da 1400 anni e che altrettanti di conflitto ne ha causati con le realtà europee, sempre risultate vincitrici nello scontro armato. Questa triste realtà deve essere presa in seria considerazione dalle classi dirigenti occidentali al fine di far sì che la cultura occidentale con le sue libertà e rispetto della singola individualità venga preservata.
Speriamo che la civiltà occidentale si risvegli dalla sua innocenza, o incoscienza o vigliaccheria prima che venga sopraffatta dall’invasione islamica che porterebbe alla perdita dei suoi valori a scapito di tutti, specialmente delle donne che per definizione l’islam qualifica come individui inferiori da tenere sotto tutela.
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